di Adolfo Tasinato
Opinioni 20 Marzo 2025
Immaginiamo che in un'aula di una scuola secondaria italiana un giovane studente, invece di loggarsi nei suoi social network, apre sul suo smartphone un'applicazione intelligente che lo guida nell'affrontare le difficoltà della matematica.
Il suo assistente digitale conosce i suoi punti di forza e le sue debolezze e gli suggerisce esercizi personalizzati per colmare le lacune specifiche. Non è fantascienza, ma la realtà che sta già prendendo forma in numerose scuole grazie all'intelligenza artificiale e alle sue applicazioni.
Questa rivoluzione non si limita a una semplice integrazione di nuove tecnologie, ma implica un profondo cambiamento nel modello educativo tradizionale che per troppo tempo ha operato come un “vestito di taglia unica”.
L'ingresso dell'IA nelle aule scolastiche può trasformare radicalmente il rapporto tra insegnamento e apprendimento, offrendo per la prima volta la possibilità concreta di personalizzare realmente l'esperienza educativa di ogni studente.
Il "sarto digitale" dell'istruzione
Grazie agli algoritmi intelligenti è possibile realizzare percorsi di studio su misura, paragonabili al lavoro di un "sarto digitale" che cuce un abito perfetto per ciascuno studente.
I sistemi di tutoraggio basati sull'intelligenza artificiale, infatti, possono adattarsi alle esigenze specifiche di ogni studente, identificando lacune di conoscenza e fornendo contenuti su misura.
I risultati di diverse sperimentazioni mostrano che gli studenti che utilizzano piattaforme di apprendimento adattivo migliorano le proprie competenze a una velocità del 30% superiore rispetto ai metodi tradizionali. Questo perché l'IA può identificare quando uno studente è pronto a passare a concetti più avanzati o quando ha bisogno di rivedere materiale precedente.
Un altro aspetto importate sta nella capacità di questi sistemi di fornire feedback immediato, mentre un insegnante umano può impiegare giorni per correggere e restituire un compito, l'IA può farlo istantaneamente, permettendo agli studenti di apprendere dai propri errori in tempo reale.
Inclusione e accessibilità
Un aspetto particolarmente interessante è la capacità dell'IA di abbattere le barriere legate alle diversità linguistiche e cognitive. In aule sempre più internazionali, la traduzione istantanea consente di superare le differenze linguistiche, permettendo a studenti di culture diverse di collaborare e apprendere insieme.
Per gli studenti con disturbi dell'apprendimento, l'IA può rappresentare una svolta perché i software che convertono testo in audio, gli strumenti di predizione di parole e assistenti alla scrittura, consentono ai bambini con dislessia di esprimere le proprie idee senza essere ostacolati dalle difficoltà tecniche della scrittura.
I dati mostrano che le tecnologie assistive basate sull'IA possono ridurre fino al 40% il divario di rendimento tra studenti con e senza difficoltà di apprendimento, creando un ambiente educativo più equo per tutti.
La trasformazione non riguarda soltanto il percorso degli studenti, ma interessa in maniera altrettanto significativa il ruolo degli insegnanti. Lungi dall'essere minacciati dalla sostituzione tecnologica, i docenti possono assumere il ruolo di veri e propri facilitatori potendo dedicare, ad esempio, meno tempo alla correzione dei compiti, attività svolta dai sistemi automatici, concentrandosi maggiormente sul supporto individualizzato agli studenti che ne hanno più bisogno.
Grazie all'IA, l'insegnante può dedicare più tempo all'accompagnamento individuale, analizzando in modo approfondito i progressi di ogni alunno e creando percorsi didattici innovativi. Questa nuova modalità operativa consente di recuperare il valore empatico e umano che, per troppo tempo, è stato messo in secondo piano a favore della mera trasmissione di nozioni.
Oltre la lezione frontale
L'esperienza in aula non si limita più alla tradizionale lezione frontale. Immaginiamo una lezione di storia in cui gli studenti possano immergersi virtualmente nell'antica Roma, interagendo con un'intelligenza artificiale che interpreta figure storiche come Giulio Cesare o osservando documenti d'epoca analizzati attraverso sofisticati strumenti di data analysis.
Grazie all'utilizzo della realtà virtuale potenziata dall'IA per le lezioni ad esempio di biologia, si nota un aumento dell'attenzione del 65% rispetto alle lezioni tradizionali. Gli studenti possono simulare esperimenti e processi cellulari in maniera interattiva, rendendo l'apprendimento un'esperienza dinamica e coinvolgente.
Queste innovazioni, che un tempo sembravano appartenere al mondo della fantascienza, oggi rappresentano una concreta possibilità di rendere la didattica più interattiva e partecipativa.
Le ombre della rivoluzione digitale
Nonostante i numerosi vantaggi, l'introduzione dell'IA nelle scuole solleva anche preoccupazioni significative. Uno dei timori principali riguarda l'uso improprio della tecnologia, in particolare per quanto riguarda il plagio e il copia-incolla intelligente.
"Con strumenti capaci di redigere testi e soluzioni perfette, diventa sempre più difficile garantire l'originalità del lavoro svolto dagli studenti," avverte Paolo Russo, esperto di cybersicurezza. "Inoltre stiamo tracciando ogni aspetto dell'esperienza educativa di un minore. Dobbiamo chiederci chi ha accesso a questi dati, come vengono conservati e per quanto tempo, e soprattutto come verranno utilizzati in futuro."
Un recente studio della Stanford Graduate School of Education ha evidenziato come gli studenti che fanno un uso eccessivo di strumenti di IA per i compiti, tendano a sviluppare una minore capacità di problem-solving autonomo. Se l'IA facilita la produzione di contenuti senza uno sforzo mentale adeguato, il rischio è quello di allevare una generazione incapace di pensare criticamente.
Un altro aspetto critico è rappresentato dalle disuguaglianze tecnologiche. Non tutte le scuole dispongono delle stesse risorse economiche e infrastrutturali per adottare strumenti avanzati di intelligenza artificiale.
C'è il rischio concreto di creare un sistema educativo a due velocità, da un lato scuole ben finanziate con accesso alle tecnologie più avanzate, dall'altro Istituti che faticano persino a garantire una connessione internet stabile.
Questa disparità, se non affrontata con politiche mirate e investimenti strutturali, potrebbe trasformarsi in un ulteriore fattore di esclusione e marginalizzazione per migliaia di studenti.
La lezione della pandemia
L'impulso verso la digitalizzazione e l'adozione di strumenti di IA ha avuto una spinta importante durante il periodo delle restrizioni legate alla pandemia da COVID-19. In quegli anni piattaforme come WeSchool hanno permesso di mantenere attivo il percorso didattico anche quando le aule erano chiuse.
L'esperienza durante la pandemia, pur avendo messo in luce le potenzialità della didattica a distanza, ha anche evidenziato i limiti di un sistema basato esclusivamente su strumenti digitali. L'impegno deve essere quello di integrare il meglio della tecnologia con il valore insostituibile della presenza e della guida del docente, affinché la digitalizzazione non diventi fine a se stessa, ma un valido supporto per il processo educativo.
Il declino delle capacità cognitive
Parallelamente all'adozione dell'IA nelle scuole emerge una tendenza preoccupante: diversi studi evidenziano un calo delle capacità cognitive tra le nuove generazioni, con difficoltà di concentrazione, perdita di capacità di ragionamento, minore elaborazione critica delle informazioni.
Secondo lo studio "Monitoring the Future" dell'Università del Michigan, i diciottenni americani mostrano difficoltà crescenti nell'attenzione, mentre i dati del Programma per la Valutazione Internazionale degli Studenti (PISA) segnalano un declino globale delle competenze di apprendimento tra i quindicenni.
"Uno degli indicatori chiave di questo declino è la diminuzione della lettura," spiega Francesco Neri, neuroscienziato. "Il National Endowment for the Arts ha rilevato che solo il 37,6% degli americani ha letto un romanzo nel 2022, in calo rispetto al 45,2% del 2012. La lettura non è solo un'attività culturale, ma anche uno strumento essenziale per sviluppare il pensiero critico."
Sebbene la tecnologia offra enormi opportunità, il modo in cui viene utilizzata oggi sembra avere un effetto negativo sullo sviluppo cognitivo. La facilità di accesso a informazioni preconfezionate riduce l'impegno mentale necessario per elaborare e trattenere conoscenze, con conseguenze dirette sulla capacità di concentrazione e apprendimento.
Verso un'integrazione consapevole
Di fronte a queste sfide, esperti e politici stanno cercando di sviluppare linee guida per un'integrazione consapevole dell'IA nelle scuole. In Italia Ministero dell'Istruzione ha recentemente dato il via all'Osservatorio Scuola digitale 2024-2025 per monitorare l’avanzamento didattico, tecnologico e d’innovazione del sistema scolastico e per programmare gli interventi a supporto della transizione digitale.
Non possiamo permetterci di essere né tecnofobici né tecnofili acritici, ma è necessario un approccio equilibrato che massimizzi i benefici dell'innovazione digitale e dell'IA, minimizzandone i rischi.
Tra le proposte allo studio figurano:
L'implementazione di rigorosi standard di privacy per i dati degli studenti
Programmi di formazione continua per gli insegnanti sull'utilizzo efficace dell'IA
Finanziamenti mirati per ridurre il divario digitale tra le scuole
Linee guida etiche per lo sviluppo di sistemi di IA educativa
Meccanismi di valutazione dell'impatto dell'IA sui risultati di apprendimento
Il futuro dell'istruzione appare ricco di sfide e opportunità, la chiave per un'evoluzione efficace risiede nella formazione continua degli insegnanti, nella promozione di una cultura digitale condivisa e nella creazione di strumenti che mettano l'essere umano al centro del processo educativo.
E' importante che non solo i docenti e gli studenti ma anche le famiglie siano consapevoli dei benefici ma anche dei rischi dell'uso nella didattica della IA. Sarebbe opportuno pianificare dei corsi o degli eventi che coinvolgano genitori e ragazzi per dare loro alcuni strumenti di base che li aiutino a comprendere il cambiamento in atto, i suoi vantaggi e gli aspetti negativi.
C'è anche da monitorare l'effettiva portata del fenomeno IA al di là delle possibili speculazioni finanziarie ma questo è un tema che non riguarda solo il mondo dell'Istruzione.
La scuola del futuro non potrà prescindere dalla tecnologia, ma dovrà imparare a integrarla in modo intelligente e responsabile. L'intelligenza artificiale non deve diventare una mera sostituta del contatto umano, ma il mezzo per valorizzarlo ulteriormente.
Le iniziative del Parlamento
In Italia su questi temi è operativa anche la Commissione VII della Camera dei Deputati, presieduta dall'On. Federico Mollicone. La Commissione, tra le altre attività, ha avviato un'importante indagine conoscitiva sull'impatto della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica sui settori di sua competenza. Alta anche l'attenzione sul tema della salvaguardia del ruolo dei docenti.
Le iniziative della Commissione si inseriscono in un contesto europeo di crescente attenzione verso la regolamentazione dell'IA. Il recente Artificial Intelligence Act (AI Act) approvato dal Parlamento europeo il 14 giugno rappresenta la prima regolamentazione al mondo sull'Intelligenza Artificiale.
Sul tema della regolamentazione il Presidente della Commissione VII è stato chiarissimo:”dobbiamo pretendere che le nuove tecnologie, l'intelligenza artificiale e gli algoritmi dichiarino effetti positivi e negativi. Non demonizzare l'applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale, ma regolamentarle nella propria applicazione”
Il Governo italiano e più in generale il Parlamento, appaiono consapevoli dell'importanza di allineare le proprie iniziative con il quadro normativo europeo, considerando sia le opportunità che i rischi dell'IA in ambito educativo. L'intelligenza artificiale ha infatti un grande potenziale in quanto può trasformare l'istruzione e la formazione per gli studenti ma come abbiamo visto comporta anche rischi.
In definitiva, l'IA sta già tracciando una nuova rotta per l'educazione, una rotta in cui ogni studente può beneficiare di un apprendimento personalizzato e ogni docente può riscoprire il valore della sua professionalità. La sfida consiste nel saper bilanciare il potere degli algoritmi con la sensibilità dell'essere umano, creando un sistema scolastico che sappia abbracciare il progresso senza dimenticare la centralità della persona.
Come suggerisce l'UNESCO nel suo rapporto sull'educazione digitale, è essenziale sviluppare competenze di alfabetizzazione digitale che permettano agli studenti di distinguere tra l'uso produttivo dell'IA e quello passivo.
Solo così la rivoluzione tecnologica potrà tradursi in una reale opportunità di crescita per tutta la società, trasformando la scuola in un laboratorio di sperimentazione e innovazione, dove il futuro si costruisce giorno dopo giorno, con coraggio e responsabilità salvaguardando la specificità della persona umana, nel rispetto della sua cultura e identità.