di Adolfo Tasinato
Non vola. Non ha motori. Ma può scavare sessanta metri nel cemento armato prima di esplodere. È la GBU-57, l’arma americana pensata per colpire dove nessun’altra bomba convenzionale può arrivare: dentro la montagna, nel cuore dei bunker segreti. Una sorta di trapano d’acciaio guidato dal cielo, con una sola missione: eliminare i bersagli sotterranei più protetti del mondo.
Ufficialmente si chiama GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator (MOP). In pratica, è la più grande bomba bunker-buster mai costruita dagli Stati Uniti. Pesa 13.600 kg, più di un autobus di linea. Non può essere trasportata da caccia o droni: per portarla in volo serve un B-2 Spirit, l’iconico bombardiere stealth a forma di ala.
Il perché è semplice: è troppo grande, troppo pesante, troppo potente per essere un’arma qualunque. Serve solo in missioni mirate, quando bisogna eliminare obiettivi che si trovano decine di metri sottoterra, come bunker nucleari, centri di comando fortificati o impianti di arricchimento dell’uranio nascosti sotto le montagne, come in Iran appunto.
A differenza dei missili cruise o delle bombe a guida laser, la GBU-57 non ha propulsione. Funziona come un’arma da assedio medievale, ma con l’alta tecnologia dei satelliti: viene sganciata da altissima quota (tra i 10.000 e i 15.000 metri) e lascia che sia la gravità, la massa e la velocità a fare il lavoro sporco.
La bomba cade a oltre Mach 2, cioè più di 2.400 km/h e sfrutta un sistema di guida GPS assistito da sensori inerziali per correggere la traiettoria in volo. Il bersaglio viene centrato con precisione chirurgica, anche se si trova in profondità e sotto terra.
Ma la vera magia (se così si può dire) sta nella struttura. Il corpo della GBU-57 è fatto con un acciaio ad altissima resistenza, spesso e compatto, capace di sopportare l’impatto iniziale con il suolo senza frantumarsi. Al suo interno, l’esplosivo rimane protetto fino a quando non viene raggiunta la profondità prestabilita.
A quel punto entra in gioco la spoletta intelligente, programmata per attivarsi solo dopo aver penetrato strati multipli di roccia o cemento. Il risultato? L’esplosione avviene non all’esterno, ma dentro il bunker, dove è più devastante.
Una bomba per missioni “impossibili”
Questa bomba non è progettata per la guerra quotidiana. Non serve per colpire un convoglio o una postazione nemica qualunque. La GBU-57 è un’arma strategica, riservata a missioni in cui è in gioco un obiettivo di altissimo livello.
Obiettivi ipotetici?
Le centrali nucleari sotterranee dell’Iran, come il sito di Fordow.
I bunker di comando della Corea del Nord, nascosti sotto le montagne.
Qualsiasi infrastruttura che un Paese nemico pensi di aver messo al sicuro sotto chilometri di terra.
Anche se non è un’arma nucleare, la GBU-57 manda un messaggio chiarissimo: gli Stati Uniti possono colpire ovunque, anche dove pensavi di essere intoccabile.
È l’arma pensata per il “Day One” di un eventuale conflitto ad alta intensità: prima si distruggono le strutture di comando sotterranee, poi, forse, arrivano i missili e le truppe.
Non si può intercettare, perché non ha motore né segnatura radar rilevante. Non la senti arrivare. Cade dall’alto come un meteorite, ma è guidata. Per questo, nel linguaggio della guerra moderna, la GBU-57 è più di un’arma: è un avvertimento.
La bomba è trasportata dal bombardiere B2-Spirit caratterizzato da design ultra-stealth, realizzato con materiali radar-assorbenti, zero code e carico in vani interni, radar cross-section piccolissima. Vola grazie a quattro turbofan GE F118 da 17.300 lbf, volo a Mach 0,85–0,95, altitudine operativa fino a 15.200 m, autonomia circa 11.000 km senza rifornimento.
Capacità belliche: carica interna fino a 18.000 kg, tra cui 2 GBU-57
Il volo dalla base al bersaglio
Il decollo può avvenire dalla Whiteman AFB (Missouri) o da posizioni strategiche come Diego Garcia.
Il volo è preferibilmente notturno ad alta quota (10.000–15.000 m), usando tattiche stealth per evitare le difese aeree .
L'armamento strategico è composto da due bombe inserite nei vani interni, pronte per il rilascio mediante sgancio balistico da quota elevata; la GBU-57 cade sfruttando gravità e massa, raggiungendo Mach 2 in caduta supersonica
Con la GBU-57 e il B-2, gli USA hanno un’arma che combina stealth, precisione, forza bruta e tecnologia avanzata, pensata per penetrare l’impenetrabile. È una capacità senza eguali da usare per obiettivi davvero strategici.
L’Aeronautica Militare USA ha rivelato che sono in corso test su una tecnologia che può aiutare a distruggere obiettivi le cui sottostrutture potrebbero essere di difficile accesso diretto ai servizi di intelligence. Una miccia intelligente sul Mop può rilevare la presenza di vuoti lungo il percorso della bomba nel sottosuolo, come la presenza di stanze e pavimenti, facendo cosi esplodere la bomba nel punto ottimale. Non sappiamo se questa opzione è già operativa.
Perché Fordow è un target da GBU-57
Il sito nucleare di Fordow, vicino a Qom, è uno degli impianti più fortificati al mondo.
È scavato dentro una montagna.
Protetto da 80-90 metri di roccia calcarea e cemento.
Ospita centrifughe IR-1 e IR-6 per l'arricchimento dell'uranio, quindi è strategico per l’Iran.
Una bomba convenzionale non ci arriva.
Nemmeno una GBU-28 (la vecchia bunker buster usata in Iraq).
Solo la GBU-57 può tentare la penetrazione, ma con l’aiuto di più fattori:
Attacco in sequenza (più bombe per aprire e poi colpire).
Precisione assoluta (CEP di pochi metri).
Assenza di interferenze GPS o disturbatori iraniani.
La bomba GBU-57 può essere trasportata solo dal B-2 Spirit e Israele non ne possiede nessuno.
Israele non ha quindi il veicolo per trasportarla né il permesso politico per usare una GBU-57.
Se Fordow venisse attaccato con quel tipo di ordigno sarebbe un'azione americana.
Il vero potere di quest’arma è simbolico: dire all’Iran che neanche una montagna basta a proteggere i suoi impianti. In questo senso serve a scoraggiare un'accelerazione verso la bomba atomica ed è una minaccia credibile, ma non leggera: usarla sarebbe un atto di guerra su larga scala.
Se Israele continuasse a colpire duramente l’Iran e partisse una guerra asimmetrica lunga, con chiusura dello Stretto di Hormuz, attacchi su basi Usa ecc., allora non è impensabile che gli USA valutino l’opzione GBU-57 per neutralizzare Fordow.
Uno scenario del genere sarebbe l'ultimo stadio prima del confronto diretto.
Articolo sul Nuovo Giornale Nazionale